L’esercito di Kiev perde il controllo di Novoazovsk; le truppe ribelli avanzano nel sud-est dell’Ucraina.

Le truppe di Kiev hanno dovuto abbandonare la città ucraina di Novoazovsk per salvarsi la vita, secondo quanto riferito dal Consiglio di Sicurezza e Difesa del paese. Le autorità hanno ammesso che le forze di auto-difesa stanno avanzando e conducono una controffensiva nel sud-est.

Oltre a Novoazovsk, le truppe di Kiev hanno perso il controllo dei villaggi di Amvrosiivka e di Starobeshevo, nella regione di Donetsk.

Secondo il Consiglio di Sicurezza e Difesa dell’Ucraina, mercoledì le truppe di Kiev sono state bombardate dai lanciarazzi “Grad” e successivamente attaccate da due colonne delle truppe di autodifesa.

Le colonne erano composte da carri armati e da veicoli di trasporto corazzati.

10609635_10152614073624831_2747316328606686079_nSuccessivamente nel pomeriggio le due colonne russe sono entrate a Novoazovsk“, ha dichiarato il Consiglio in un comunicato.

Attualmente le forze di Kiev stanno rinforzando le difese nella città di Mariupol, nel sudest dell’Ucraina.

Il Consiglio ha aggiunto che le forze di autodifesa hanno posizionato un sistema missilistico multiplo “BM-27 Uragan” nei pressi del villaggio di Holodnoe, a 17 km da Novoazovsk. Tuttavia, non è stato ancora confermato.

La situazione nell’area delle operazioni anti-terrorismo è peggiorata nelle ultime 24 ore” ha detto Andrey Lysenko, il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale dell’Ucraina.

Ha inoltre aggiunto che nelle altre zone delle operazioni anti-terrorismo vi sono “scontri attivi”; nella regione di Lugansk (i sobborghi di Lugansk, i villaggi di Novosvetlovka e Khryashchevatoye) e nella regione di Donetsk (le città di Ilovaisk, Marinka, Starobeshevo, Elenovka).

Le forze di autodifesa hanno detto che diversi carri armati della Repubblica Popolare di Donetsk sono entrati nella città di Novoazovsk mercoledì.

I carri armati della RPD sono entrati a Novoazovsk e si sono trincerati nei sobborghi occidentali della città. L’offensiva sta avendo risvolti positivi” ha detto il QG della Repubblica in un comunicato ufficiale.

Immagine2Le truppe di autodifesa hanno aggiunto che hanno “preso il controllo dei checkpoint vicino ai sobborghi di Novoazovsk e del ponte sul fiume Gruzskiy Elanchik“.

Secondo le milizie, le forze di Kiev hanno lasciato Novoazovsk durante la notte in direzione della città sud-orientale di Mariupol, nella regione di Donetsk.

Mercoledì, tutti i 400 soldati del 5° Battaglione ucraino “Prikarpatie” hanno alzato le mani in segno di resa e sono stati circondati nell’area delle cosiddette “operazioni anti terrorismo” nell’est, secondo quanto riportato dal canale televisivo ucraino TSN.

Sono tornati a casa col loro equipaggiamento militare, dicendo che lo avrebbero lasciato alla base.

I soldati hanno detto di “trovarsi all’inferno“, dopo che sono stati sotto il fuoco dell’artiglieria pesante per due mesi, riporta il giornale “Ukrainskaya Pravda“.

Sempre mercoledì, un gruppo di 62 soldati ucraini ha attraversato il confine ed è entrato nella regione russa di Rostov, cercando rifugio dal conflitto, ha detto all’agenzia di stampa ITAR-TASS il portavoce del servizio di guardia di confine della regione di Rostov, Nikolay Sinitsyn.

Tuttavia questi avvenimenti sono solo gli ultimi di una serie di casi analoghi. Un totale di oltre 500 soldati ucraini hanno attraversato il confine con la Russia fin da Luglio, cercando rifugio e assistenza medica.

Giovedì, le forze armate ucraine hanno bombardato la città di Donetsk, usando morati da 120mm; almeno 15 persone sono rimaste ferite nell’attacco, secondo quanto riferito a Interfax dal comandante del Fronte Sud-Orientale Konstantin Knyrik. Diversi edifici, inclusi un negozio ed un magazzino, sono stati distrutti durante il bombardamento.

Precedentemente, il Consiglio Cittadino di Donetsk ha riferito che 16 civili sono stati uccisi e altri 22 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore.

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COMUNICATO DELLA BRIGATA INTERNAZIONALE “CARLOS PALOMINO”

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COMUNICATO DELLA BRIGATA INTERNAZIONALE “CARLOS PALOMINO”

A tutti gli antifascisti del mondo.

Alla classe lavoratrice, agli sfruttati ed ai poveri di ogni luogo.

A tutti i combattenti orgogliosi della propria dignità ribelle.

Alle persone di buon cuore.

A tutti coloro che sono insensibili allo sconforto.

Compagni e Compagne del mondo… è giunta l’ora.

Abbiamo passato mesi vedendo soffrire la popolazione del Donbass, nella zona orientale dell’Ucraina. I neonazisti hanno preso il potere, foraggiati, addestrati, organizzati e diretti dagli USA, col beneplacito dell’Unione Europea e della NATO, per i loro oscuri interessi. E mentre Obama sorride come un pagliaccio e l’Europa ci spaccia i neonazisti di Kiev come “onorevoli uomini” indignati dalle torture, le esecuzioni ed i bombardamenti, si sorvola su tutti coloro che rappresentano un ostacolo ai loro piani. Molti tra gli antifascisti, i comunisti, gli anarchici e tutti i russofoni dell’Ucraina sono stati selvaggiamente assassinati.

In tutto questo, i media di tutto il mondo, complici di questi crimini, occultano, mentono, perdono tempo e manipolano ogni cosa, per non farci sapere ciò che stanno facendo le “democrazie” occidentali. Noi diciamo che sono separatisti terroristi, però non mostriamo le immagini dei bambini smembrati dai bombardamenti indiscriminati sulla popolazione civile per opera del “democratico” governo di Kiev, sotto consiglio degli esperti militari statunitensi.

L’Ucraina soffre il cancro del fascismo, che si estende sopra tutto ciò che può. Tuttavia, le persone di buon cuore hanno imbracciato le armi, formando le Milizie Popolari di Autodifesa,  composte da operai, minatori e tutti i tipi di lavoratori… mariti e mogli, che non accettano di vedere le proprie case distrutte ed i propri figli morti. Sono state proclamate le Repubbliche Popolari dei Lavoratori di Donetsk e Lugansk, federate nella Novorossiya, e le loro intenzioni sono chiare; non si arrenderanno davanti ai fascisti e non abbandoneranno mai il Donbass.

Ancora meglio, noi, gli antifascisti spagnoli, che abbiamo assistito impotenti al rogo dei nostri compagni di Odessa, che abbiamo osservato le persone piangere di rabbia per i bambini morti sotto le bombe, che abbiamo visto di nuovo sventolare la bandiera con la svastica, distruggendo tutto sul suo cammino… abbiamo deciso CHE NON STAREMO A GUARDARE.

Abbiamo l’onore di comunicare che le BRIGATE INTERNAZIONALI SONO TORNATE.

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Sono passati quasi 80 anni da quando tutto il mondo ci aveva lasciati da soli a combattere contro Franco, Hitler e Mussolini e più di 50’000 lavoratori di oltre 54 nazioni diverse avevano abbandonato tutto per venire a combattere e morire per la nostra terra, per la nostra libertà, per il nostro futuro… e adesso è ora per noi di essere all’altezza della storia. Nel ’36 si crearono sette brigate di volontari in Spagna… adesso, stiamo compiendo i primi passi per creare l’ottava, in un nuovo secolo ma con la stessa essenza di lotta sociale.

Ci rivolgiamo a tutti e a tutte coloro che sentono ribollire il sangue di rabbia, chiedendo giustizia nel più profondo dei propri cuori: alzatevi ovunque voi siate e venite a combattere affianco all’indomabile popolazione del Donbass. Venite a combattere con noi! Gridiamo in faccia all’imperialismo che i nostro compagni NON SONO SOLI! Abbiamo bisogno; abbiamo bisogno di combattenti, abbiamo bisogno di medici, abbiamo bisogno di guidatori, di fondi, di rifornimenti…

In tutta europa l’estrema destra risorge, alimentata come sempre dall’imperialismo e pronta a bussare alla porta di casa tua. Non possiamo tergiversare finché non verranno costruiti altri campi di concentramento.

E’ l’ora di elevarsi contro tutti i nemici del mondo. A Madrid, Donetsk, Berlino, Roma o Parigi.

E’ tempo di urlare al mondo che non siamo stanchi, tantomeno esauriti, che combatteremo e che non ci faremo schiacciare… perché abbiamo nei nostri cuori un mondo nuovo e ideale, che sta nascendo in questo momento.

Non potremo tornare indietro a vedere le nostre famiglie, i nostri amici… però se non impediremo tutto questo, non ci sarà più un futuro per loro.

Fratelli proletari, ora o mai più!

E per concludere questo messaggio, vogliamo anche mandare un messaggio a tutti i fascisti, i neonazisti e gli imperialisti del mondo:

Preparatevi. Avete i giorni contati. Ovunque vorrete ri estendere i vostri imperi di miseria, terrore e povertà, ovunque continuerete a cercare di schiacciare i popoli, ovunque vi dovrete scontrare faccia a faccia con noi, e ci mostreremo armati e determinati.

Dei simili miserabili capaci di bombardare bambini e anziani… non meritano la vita!

Ovunque l’ingiustizia, la paura ed il dolore che li caratterizzano tenteranno di risalire dalle fogne dove si trovano, si dovranno scontrare contro il ferreo muro della lotta antifascista.

Attraverseremo gli oceani, viaggeremo per i continenti, solcheremo i cieli per accorrere alle barricate coi fucili in mano per fare il nostro dovere. Perché voi avete il potere, il denaro, la forza… però tutto questo non vale niente contro la forza della ragione, contro l’amore della solidarietà e contro il nostro odio rivoluzionario. Sarete spazzati. Non abbiamo minimamente paura.

Perché dovete capire che i fascisti hanno solo un obbiettivo da portare a termine… la distruzione totale.

Da ora, troverete Stalingrando in tutte le città.

IL DONBASS SARA’ LA TOMBA DEL FASCISMO!

OGGI COME IERI… NO PASARAN!
Andiamo sulle barricate!
– BRIGATA INTERNAZIONALE CARLOS PALOMINO –

*Potete tradurre in totale libertà il presente comunicato in tutti gli idiomi che vorrete.

brigadacarlospalomino@gmail.com

 

IL CONVOGLIO DI AIUTI UMANITARI RUSSI PER FAR FRONTE ALLA SITUAZIONE IN UCRAINA POTREBBE ESSERE ATTACCATO

traduzione di un articolo di Russia Today

Mosca avrebbe informazioni secondo cui il convoglio che sta trasportando gli aiuti umanitari destinati alle popolazioni dell’est Ucraina, potrebbe essere asttaccato dalle forze di Kiev, tramite il battaglione “punitivo” Aidar, che dovrebbe minare una delle strade che percorreranno i veicoli; questo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri Russo.

Venerdì, Mosca ha accusato il governo ucraino di star preparando un attacco contro il convoglio degli aiuti umanitari, ora che stanno per essere consegnati e che tutti gli accordi sono stati fatti.

Abbiamo notato l’intensificarsi delle azioni militari delle Forze Armate ucraine, con l’ovvio tentativo di bloccare la strada, in accordo con le autorità di Kiev, del convoglio di aiuti umanitari dal confine Russia-Ucraina alla città di Lugansk“, ha dichiarato in un comunicato sempre il Ministro degli Esteri russo.

Secondo le autorità del Cremlino, tutto questo dà l’impressione che vi siano persone sia all’interno che all’esterno dell’Ucraina che vogliono boicottare la missione umanitaria, anche “a costo di mietere nuove vittime e di distruggere ancora“.

Coloro che stanno programmando dei simili piani criminali dovranno affrontare gravi conseguenze“, ha aggiunto.

La Russia ha inviato un convoglio di 280 camion carichi di aiuti umanitari – medicine, cibo, incluso cibo per neonati, sacchi a pelo e altre risorse di base – diretta nella zona di conflitto del sud-est dell’Ucraina, partiti martedì. Il convoglio si trova attualmente al confine con l’Ucraina, e sta attendendo il via libera ufficiale di Kiev prima di avanzare.

La Russia ha inoltre dichiarato che rispetterà i patti stabiliti con Kiev e con la Croce Rossa Internazionale per distribuire gli aiuti alle popolazioni del Donbass nel minor tempo possibile e al massimo delle sue capacità.

Stiamo facendo tutto il possibile per provvedere alla sicurezza di questa missione” ha detto il Ministro degli Esteri. La Russia ha fatto pressioni affinché venga stipulato un cessate il fuoco tra il governo di Kiev e le milizie dell’est Ucraina per consentire ai convogli di raggiungere tutti i residenti del Donbass.

Mosca ha inoltre aggiunto che spera di ricevere l’appoggio della Croce Rossa Internazionale, dell’OSCE e delle Nazioni Unite.

Gli aiuti umanitari ai residenti delle regioni dell’Ucraina devastate dai combattimenti erano stati oggetto di discussione venerdì in una conversazione telefonica tra i Ministri degli Esteri di Ucraina e Federazione Russa. Hanno convenuto che le organizzazioni internazionali dovrebbero prendere parte “più efficente e responsabile” per riuscire a completare la missione umanitaria, secondo quanto dichiarato dal Ministro degli Esteri Russo.

Il Ministro della Difesa Russo Sergey Shoigu ha detto, discutendo telefonicamente della situazione con la sua controparte americana, il Segretario della Difesa Chuck Hagel, che è necessario stabilire immediatamente un cessate il fuoco per creare i corridoi umanitari per la consegna degli aiuti umanitari e per l’evacuazione dei civili dalle aree di conflitto dell’est dell’Ucraina.

Il percorso che il convoglio dovrà seguire dentro l’Ucraina è “spinoso“, in quanto Kiev sta continuando a dibattere sul concedere loro o meno l’ingresso, poiché temono che potrebbe essere un “Cavallo di Troia“.

Russian aid convoy heading to eastern Ukraine

Intervista con Alexander DeKrog, comandante del reggimento dei volontari della Repubblica Popolare di Donetsk “Varyag”

tramite la pagina della Brigata “Varyag”

Giornalista: Alexander, mi dica, cosa rappresenta il battaglione di volontari “Varyag”, da quale lato della barricata stanno i suoi soldati?

Alexander DeKrog: Il nostro battaglione è subordinato al MDG (Ministero per la Difesa del Governo). Il nostro compito è identificare i sabotatori, i saccheggiatori. Tutto ciò che riguarda la sicurezza nazionale – è compito del “Varyag”. Periodicamente andiamo al fronte; i nostri soldati sono spesso coinvolti in combattimenti all’aeroporto o in altre operazioni.

G: Come può descrivere la situazione criminogenica della città al giorno d’oggi?

A. DK: La situazione non è molto diversa rispetto a prima della rivoluzione. L’unico nuovo problema è rappresentato dai predoni. Queste sono persone che stanno sfruttando la guerra per i propri egoistici interessi. Derubano illegalmente le abitazioni, le vetture e altre cose di valore. Ma noi stiamo combattendo contro questo fenomeno: conduciamo regolarmente raid ed arrestiamo i rapinatori; dopodiché vengono inviati nelle trincee al fronte o condannati alla pena capitale – la morte.

G: Ci dica brevemente la sua “biografia” politica prima della rivoluzione a Donetsk.

A. DK: Il mio percorso politico è abbastanza lungo e travagliato: mi sono avvicinato al movimento di destra agli inizi del millennio. Dopo aver fallito gli studi al college, sono andato a Mosca, dove mi sono unito al movimento skinhead. All’epoca era abbastanza di moda. Dopo il famigerato pogrom Tsaritsyn, le storie degli skinhead finivano su tutti i giornali. Mi piaceva il loro stile: ragazzi sportivi con le teste rasate e gli anfibi pesanti. Allo stesso tempo ero impressionato dallo spirito di fratellanza che prevaleva nel movimento di estrema destra all’epoca. Ma politicamente non ho mai smesso di cercare un’idea più vicina a me stesso, e mi sono avvicinato al Nazional Bolscevismo. Il PNB era un’organizzazione stabile, che aveva la sua storia eroica, i suoi prigionieri politici. Presi parte alla marcia “Anti-Capitalismo” nel Settembre del 2002. Fu un evento impressionante, con rottura dei cordoni, combattimenti ed arresti di massa. Quando tornai a casa, nel 2003, creai una branca del PNB nella regione di Donetsk e divenni il suo Gauleiter (i Gauleiter erano i capi delle sezioni del Partito Nazional-Socialista dei Lavoratori Tedeschi, nd). Durante la prima Rivoluzione Arancione, io ed i miei compagni ci opponemmo ai liberali, e fummo tra gli organizzatori del movimento “Ucraina senza Yushchenko”. A quel tempo, mi incontrai con Purgin e Hryakov. Ma quando Limonov decise di allearsi coi liberali, cosa inaccettabile per me, decisi di rompere col PNB. Sempre in questo periodo nacque il movimento “Donetsk Republic”. Decidemmo che avremmo dovuto fare affidamento sulla nostra storia, ed in essa ricercare i nostri progetti per il futuro. I fondatori del movimento erano Purgin, Dvoryatkina, Frolov e successivamente Turcan. Dapprima sono stato a capo dell’organizzazione “Makeevskaya”, e successivamente sono stato il capo dell’ala giovanile. C’erano un sacco di problemi, ma siamo cresciuti e nel 2007 siamo apparsi a Kiev con le nostre bandiere. Ebbe un forte impatto mediatico, e non scendemmo nemmeno per un attimo dalle prime pagine o dai servizi del telegiornale. Ma le conseguenze furono pesanti: Yuschchenko in conferenza stampa disse che avrebbe ordinato personalmente all’Ufficio del Procuratore e ai Servizi Segreti di occuparsi dell’organizzazione. Dopodiché, sugli attivisti della nostra organizzazione furono aperte inchieste, fummo soggetti a pressioni ed arresti. Per quanto mi riguarda, fui indagato nel 2007 per “organizzazione di gruppi armati illegali”, perché stavo mettendo su i primi campi d’addestramento militare per i giovani.

Abbiamo collaborato con molte organizzazioni russe, specialmente con gli Eurasianisti. Ho riscontrato aderenze anche tra i nazionalisti russi. A Donetsk, abbiamo assistito e preso parte a numerose “Marce Russe”. Dunque, la RPD aveva il pieno diritto all’indipendenza – non è stato un caso, ma il frutto di anni di sistematico lavoro da parte degli attivisti.

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G: Percepisce che con la vittoria della rivoluzione i suoi sogni si sono avverati?

A. DK: La prima cosa che cambia con una rivoluzione – è come si percepisce la rivoluzione stessa. Ovviamente noi vediamo delle difficoltà, affrontiamo molte sfide, ma ciò nonostante ho realizzato che il sogno è divenuto realtà. Abbiamo dato alle persone speranza e fiducia in se stesse. Stiamo ricreando il nostro stato, fronteggiando nemici sia interni che esterni.

G: Il movimento “Donetsk Republic” continuerà ad esistere?

A. DK: Non vedo l’utilità, nel nostro paese, di partiti politici o di movimenti sociali. Tutte queste strutture sono state create per combattere per il potere. Ora il potere è nelle mani del popolo, che ha il diritto di nominare i propri rappresentanti sulla base delle loro competenze e della loro autorità nella società, e non di qualche lista partitica sconosciuta. Tutti i movimenti sociali nel futuro avranno il carattere di gruppi di svago, niente di più.

G: Le vostre predizioni per il futuro prossimo? Quando finirà questa guerra?

A. DK: Per quanto riguarda la guerra è ancora troppo presto per dire quando, potrebbe finire in un mese, ma potrebbe anche durare per molto tempo. Una volta che avremo respinto il nemico, cominceremo a lavorare sulla costruzione dello Stato e avvieremo una serie di riforme amministrative. Abbiamo bisogno di un nuovo tipo di Repubblica. Tutto quanto, a cominciare dall’economia, deve cambiare, soprattutto per come viene concepito dai cittadini. Abbiamo delle ricche regioni carbonifere; con l’aiuto dei capitali russi saremo in grado di potenziare e sviluppare l’industria di base nel futuro.

Lo Stato controllerà le aree di importanza strategica della politica e dell’economia, con concessioni di auto-governo nei livelli di minore importanza. Verranno istituiti i Commissariati del Popolo. L’esercito sarà volontario ed alle persone la cui fiducia sarà stata provata verrà concesso di possedere armi, di tenerle in casa e, se necessario, di istituire immediatamente gruppi di combattimento per andare al fronte.

– Quest’area in cui ci troviamo adesso, ha subìto recentemente il fuoco dei mortai?

A. DK: Prima di ieri un bombardamento ha colpito la nostra struttura. Il piano superiore ha riportato danni più ingenti degli altri: svariati danni al tetto, ai muri e alle finestre. Abbiamo trovato un grosso numero di pezzi di alluminio incandescenti che provenivano dai razzi. Probabilmente, stavano mirando al nostro comitato delle Forze Speciali della Sicurezza di Stato. Abbiamo rapidamente individuato il sito da cui provenivano i razzi. Sono state condotte una serie di attività per identificare i sabotatori che hanno condotto il bombardamento ma, sfortunatamente, sono riusciti a scappare.

Intervista condotta da Michael “Teacher”

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MILITARI UCRAINI DISTERTANO: “NON COMBATTEREMO CONTRO IL POPOLO”

traduzione di un articolo di Russia Today

Più di 40 soldati ucraini hanno disertato dalle proprie unità nell’est del paese e hanno chiesto alle milizie di autodifesa, il permesso di poter arrivare in Russia e ricongiungersi con le proprie famiglie e non dover più combattere contro il proprio popolo.

41 riservisti hanno lasciato le proprie unità militari e si sono recati al checkpoint ucraino di Izvarino, controllato dalle forze di autodifesa. Hanno fatto richiesta del permesso temporaneo per entrare in Russia e ricongiungersi con le proprie famiglie, per non dover più combattere contro il proprio popolo.” ha detto a RIA Novosti il portavoce del Servizio della Guardia di Frontiera della Russia, Vasili Malayev.

Ha poi aggiunto che i 41 militari hanno ringraziato le forze di autodifesa per l’aiuto, si sono stretti la mano e infine abbracciati. Successivamente, i 41 hanno raggiunto un checkpoint russo.

Malayev ha affermato che provengono da diverse unità e formazioni militari. Sono stati inviati nell’est dell’Ucraina dalle parti occidentali e centrali del paese “desiderano ricongiungersi con le famiglie. Hanno chiesto aiuto per entrare in Russia, e da lì si muoveranno verso i loro luoghi di residenza.” ha aggiunto infine Malayev.

Nel frattempo, la guerra civile in Ucraina continua a mietere vittime tra i civili. Sabato, 15 civili sono morti e altri 60 sono stati feriti in un bombardamento di mortaio che ha colpito il centro di Lugansk.

LE BASI NATO DELLA POLONIA POTREBBERO ESSERE USATE PER BLITZ CONTRO LA RUSSIA

traduzione di un articolo di Russia Today

Il Comandante Europeo della NATO auspica la creazione di una base rifornita con abbastanza armi, munizioni e altri beni per sostenere rapidi attacchi contro la Russia, riportano i media britannici.

Secondo il Times, l’idea del Generale Philip Breedlove sarà presentata al meeting dei vertici della NATO che si svolgerà a Settembre in Galles.

Il Generale ha detto ad un briefing, che si è tenuto questa settimana a Napoli, che la NATO ha bisogno di “forniture e capacità pre-posizionate ed una ristretta area pronta a supportare rapidamente le forze d’attacco“.

Ulteriori basi per il rifornimento sono state individuate; per ora è in programma di utilizzare il Quartier Generale della “Multinational Corps North East” a Szczenic, nei pressi del confine tra Germania e Polonia.

“Diventerebbe un Quartier Generale funzionante 24/7 tramite il quale le nostre forze potrebbero rifornirsi o intervenire rapidamente in caso di necessitàha riportato un quotidiano inglese.

Fin dallo scoppio della crisi ucraina e del referendum della Crimea, Breedlove ha auspicato la costituzione di un assetto stabile per la NATO in Europa, in particolar modo nell’Europa Orientale. L’Alleanza ha già rafforzato i suoi contingenti navali nelle zone del Mar Baltico e del Mar Nero ed ha schierato ulteriori forze aeree nell’Europa Orientale. E’ stato detto che queste mosse sono state fatte per velocizzare il processo d’integrazione dei paesi dell’Europa Orientale all’interno della NATO al fine di “proteggerli dall’invasione della Russia”.

La creazione di depositi di rifornimenti è solo il primo, piccolo passo verso un massiccio spiegamento di forze NATO nel territorio della Polonia. L’Alleanza ha detto che sono mosse necessarie al fine di rispondere alle incursioni russe, anche se gli ufficiali russi potrebbero vedere questa mossa come una preparazione ad un “blitzkrieg” contro la Federazione. 

Mosca considera l’addestramento di truppe NATO in Europa come parte integrante di una serie di politiche ostili volte a rafforzare la presenza militare nei pressi dei confini russi. Le attuali regole militari russe prevedono l’utilizzo di qualsiasi arma, perfino l’utilizzo di testate nucleari tattiche, per rispondere agli attacchi “convenzionali” della NATO.

nato-poland.si

ESPERTI MALESI INVESTIGANO SULL’ABBATTIMENTO DEL BOEING IN TERRITORIO UCRAINO

Un gruppo di esperti malesi in viaggio verso il luogo dello schianto del Boeing 777 ha assistito ad un attacco effettuato dall’aviazione dell’Ucraina contro i miliziani, ha detto un portavoce delle milizie ai giornalisti di RIA Novosti.

Il gruppo di 12 esperti e ufficiali governativi è partito da Kharkiv ed è arrivato a Donetsk lunedì mattina. Il ritardo è stato causato dal bombardamento di una stazione ferroviaria e del tentativo di conquista dei villaggi di Pesky e Dzerzhynsk, posti a nord di Donetsk, da parte dell’esercito ucraino.

5 civili sono stati uccisi e altri 12 sono stati feriti negli attacchi, secondo quanto riportato dall’ufficio del sindaco di Donetsk. Sette miliziani e alcune decine di membri della Guardia Nazionale sono rimasti uccisi negli scontri a Dzerzhynsk.

Il giornalista del quotidiano malese “Star”, Patrick Lee, ha scritto: “Non appena siamo arrivati alla stazione ferroviaria di Donetsk , dopo un viaggio di quattro ore nell’est dell’Ucraina, abbiamo sentito dei colpi d’arma da fuoco. I civili correvano alla rinfusa, cercando disperatamente un riparo.”

“Quando siamo arrivati qui, siamo venuti faccia a faccia con l’escalation del conflitto, problema che con molta probabilità renderà agli investigatori molto più difficile l’accesso al sito dello schianto”, ha poi detto.

Poco dopo essere arrivati a Donetsk, il gruppo ha deciso di recarsi al luogo dello schianto vicino alla città di Torez, dove si aspettavano di poter esaminare il treno contenente i corpi delle vittime.

Un combattente delle milizie ha riferito che il gruppo di esperti ha assistito al bombardamento da parte dell’esercito ucraino di un’autostrada: un veicolo è stato distrutto.

Successivamente gli esperti sono tornati a Donetsk, dove il primo ministro dell’auto-proclamatasi Repubblica Popolare di Donetsk (RPD) ha consegnato loro le scatole nere dell’aereo. Il treno contenente i cadaveri delle vittime è arrivato qualche ora dopo nella città.

Gli esperti malesi hanno visitato il luogo dello schianto ieri, martedì 22.

Il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha dichiarato lunedì una zona demilitarizzata di 40 km quadrati attorno al sito di schianto, e le milizie di Donetsk hanno acconsentito a rispettare l’accordo.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione lunedì richiedendo che i responsabili di quanto accaduto fossero chiamati a rispondere alle accuse e che ogni operazione militare nella zona sia sospesa, al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità degli ispettori.

 

fonte – RIA Novosti http://ria.ru/world/20140722/1016992935.html#ixzz38AW

 

STRANIERI SI UNISCONO ALLE MILIZIE DI ESTREMA DESTRA PER COMBATTERE I RIBELLI IN UCRAINA

traduzione dal sito Irish Time

Si teme che i nazionalisti del Battaglione Azov e di altri gruppi potrebbero far emergere nuovi comandanti.

Sedendo all’ombra di un grande pino e di un ombrello rosa ed arancione, due svedesi ed un canadese espongono i motivi per cui sono pronti ad uccidere, e a essere uccisi, per il futuro di un’Ucraina libera.

Sono membri del famigerato “Battaglione Azov”, una delle varie unità militari di volontari impegnate a combattere a fianco della Guardia Nazionale e dell’esercito ucraino contro i separatisti ribelli – presumibilmente sostenuti da Mosca – che vogliono unicamente che i territori dell’est Ucraina si uniscano alla Federazione Russa.

Il battaglione prende il suo nome dal Mare di Azov nella parte meridionale della provincia di Donetsk, in un complesso posto sulla spiaggia usato come residenza estiva dall’ex presidente Yanukovich, deposto dal suo ruolo il Febbraio scorso.

L’unità è stata formata dalla “Social National Assembly”, un gruppo nazionalista ucraino descritto dai critici come violento e razzista, ed il suo emblema include una variante del “Sole nero” e del “Gancio del lupo”, simboli da molto tempo associati col nazismo.

Propaganda sensazionale

[…]

Il battaglione Azov ha in mente adesso di aumentare il proprio numero da 300 a 500 unità, ed un sostenitore francese chiamato Gaston Besson – che ha combattuto nella guerra d’indipendenza croata negli anni ’90 – sta formando una brigata di stranieri volenterosi di prendere le armi per “la libertà e i territori d’Ucraina”.

“Volontari sono venuti da Russia, Francia, Italia, Bielorussia, Svezia, Canada, Slovenia – molti paesi.” ha detto Oleg Odnorozhenkom, auto proclamato ideologo della “Social National Assembly”.

“Fino ad ora si sono arruolati tra le nostre fila circa due dozzine di stranieri. Molti altri vogliono venire ma per adesso selezioniamo quelli con un’esperienza rilevante.” ha aggiunto, dicendo che un addestratore delle forze speciali proveniente dalla Georgia stia lavorando “quasi ufficialmente” col Battaglione Azov.

[…]

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MINATORI DI DONETSK AI LAVORATORI D’EUROPA: “AIUTATECI A DISTRUGGERE LA FORTEZZA DEL FASCISMO IN UCRAINA!”

traduzione di un articolo del gruppo “Solidarity with the Antifascist Resistance in Ukraine”

Il comunicato non è stato inviato a noi ma al gruppo sopra citato. Noi ci siamo limitati a tradurlo e a pubblicarlo qui.

Abbiamo ricevuto il seguente comunicato, mandato da Mikhail Alexeevich Krylov, rappresentante del sindacato dei “Minatori di Donetsk Indipendente”. Krylov è stato co-coordinatore dell Sciopero Cittadino dei Minatori di Donetsk dal 1991 agli anni successivi. E’ attualmente il rappresentante di un sindacato sotto il quale sono organizzati oltre 1.000 minatori.

COMUNICATO DEL SINDACATO DEI MINATORI DI DONETSK INDIPENDENTE

Fratelli minatori,

E’ necessario spiegarvi cosa stia realmente accadendo nel Donbass. La vera immagine di ciò che sta succedendo è stata distorta o male interpretata dai media europei. Capiamo che potrebbe non essere facile per voi arrivare alle giuste conclusioni; pertanto, dichiariamo che noi – i minatori – siamo pronti a combattere armi alla mano per salvaguardare le nostre vite – nel nome della sopravvienza!

Il nostro interesse in questo confronto è uno: porre fine allo spargimento di sangue! La fine della guerra sarà il processo contro i criminali di guerra che l’hanno iniziata. Non possiamo arrenderci, perché ciò significherebbe la nostra distruzione fisica e morale! All’inizio, l’ “Euromaidan” è stato sotto il controllo della ricca borghesia: gli oligarchi ucraini ed i loro burattinai stranieri. Nel Febbraio di quest’anno c’è stato un colpo di stato a Kiev, a cui hanno preso parte attivamente i neo-nazisti. In risposta a ciò, vi sono state sollevazioni popolari nel sud-est del paese, che inizialmente portavano avanti slogan innocenti come “federalizzazione”, o l’utilizzo del russo come seconda lingua. Tutto ciò fu accolto con terrore.

Nel Donbass, si sta svolgendo una vera e propria guerra, nella quale stanno morendo dei civili: inclusi anziani, donne e bambini. State venendo platealmente ingannati sul fatto che sia una guerra tra Ucraina e Russia. Non è così! La guerra è tra il popolo ed un manipolo di oligarchi ucraini, supportati dalle autorità dell’UE e degli USA. La tragedia è che in Ucraina, coloro che sono al potere stanno contagiando la popolazione con idee fasciste. Noi, i cittadini del Donbass, combattiamo contro ogni manifestazione del fascismo e del nazismo. Combattiamo armi alla mano, per le nostre vite e per le vite dei nostri cari. Non abbiamo alcun posto in cui ritirarci – questa è la nostra terra! Ci rivolgiamo a voi, lavoratori di tutti i paesi d’Europa, chiedendovi aiuto e solidarietà: aiutateci a distruggere la fortezza del fascismo in Ucraina. Questa sarà la nostra vittoria comune!

Mikhail Alexeevich Kyrlov

Rappresentante del Sindacato dei Minatori del Donbass Indipendente

Nota: I minatori del Donbass hanno marciato il 18 Giugno contro l’ “operazione anti-terrorismo” di Kiev ed hanno recentemente mandato un ultimatum di 48 ore per cui se non terminerà la guerra prenderanno le armi.

video dello sciopero dei minatori del Donbass del 18 Giugno

https://www.youtube.com/watch?v=8t8NCEGz9ns

 

RISPOSTE ALLE DOMANDE PIU’ FREQUENTI CIRCA L’ERO (Esercito Russo Ortodosso)

traduzione di un articolo di dnr.today

I cittadini della Novorossiya spesso si trovano di fronte uomini armati, sulle cui uniformi vi è un emblema – «Русская Православная Армия», “Esercito Russo Ortodosso”. Ma chi sono queste persone? Cosa vogliono? Quali sono i loro ideali e le loro convinzioni? Questo è quanto riferiscono i loro funzionari:

L’Esercito Russo Ortodosso è una parte delle principali forze di difesa che combattono per difendere la nostra giovane repubblica dalle orde di neonazisti ucraini. Sotto la bandiera dell’ERO combattono cittadini di diverse nazionalità e religioni, perché, nonostante le differenze, abbiamo un obbiettivo in comune: la libertà e l’indipendenza della nostra patria. Nessuno ci può togliere il diritto di combattere contro il neofascismo che avanza.

Per quanto riguarda le domande poste più di frequente circa l’ERO… perché “Russo Ortodosso? Perché in queste due parole racchiudiamo l’essenza del nostro esercito, senza abbellimenti, argomenti addolciti e “brodo” per allungarne eccessivamente le regole. E’ esattamente per questo che stiamo combattendo – per poter essere chi siamo!

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Bisogna essere russi per entrare tra le fila dell’Esercito Russo? Certamente! Puoi essere di qualsiasi etnia, purché si annoveri tra le fila della grande civiltà russa! Bisogna essere ortodossi? Molto! Non del genere che bisogna stare ogni giorno a pregare, e ovviamente non è vietato, ad esempio, andare in moschea, semplicemente bisogna onorare le tradizioni dei nostri grandi antenati, condividere i nostri valori sulla famiglia ed educare i propri figli in questo modo, preservare le nostre antiche tradizioni e la nostra cultura, in modo che non si disperdano nelle culture rese tutte uguali dal moderno mondo globalizzato.

Ortodossia: parte integrante della mentalità russa e base da cui partire per costruire il nostro futuro.

Perché ci siamo chiamati proprio esercito, e non milizia o cose del genere? Semplice. Quando è necessario unirsi e fare fronte comune contro il nemico, gli ucraini creano un centinaio di gruppi per chilometro quadrato, ognuno capitanato da almeno due persone. I russi prendono le armi, si mettono agli ordini di un unico comandante, uniti da una fede e da una volontà comune, ognuno che aiuta l’altro, pronto a dare la vita per le madri, le figlie, i figli ed i propri padri. Il vero eroe russo non può essere complice dei neonazisti. I nostri eroi sono Matrosov, Kosmodemyanskaya e ogni singolo eroe senza nome che ha dato la vita per la patria nei secoli, fino ad oggi. Siamo l’esercito, ed esistiamo solamente per servire la nostra patria.

 

Nella traduzione possono essere presenti errori. Ringraziamo anticipatamente coloro che apporteranno correzioni.

fonte -> http://dnr.today/news/otvety-na-chasto-zadavaemye-voprosy-ob-rpa/